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Miart 2025: alla scoperta delle opere esposte

Apre oggi al pubblico la ventinovesima edizione di Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea milanese, visitabile fino a domenica 6 aprile 2025 presso gli spazi di Allianz MiCo a Milano. L’edizione 2025 si sviluppa attorno al tema Among Friends, riflettendo l’importanza della rete di relazioni costruita negli anni e consolidando il ruolo di Miart come punto di riferimento nel panorama fieristico e culturale internazionale, con un dialogo tra gallerie provenienti da cinque continenti diversi.

La ventinovesima edizione di Miart 2025 è una fiera in cui arte moderna e contemporanea convivono e si rafforzano tra storia dell’arte e nuove sperimentazioni,questo il filo espositivo della sezione principale Established. Qui si possono ammirare opere che attraversano un ampio arco temporale, dai capolavori del Primo al Secondo Novecento, fino alle creazioni più recenti. Un viaggio tra passato e presente che permette di cogliere l’evoluzione dell’arte nel tempo.
Un maggiore focus per le sperimentazioni contemporanee spicca in Emergent, sezione interamente dedicata alle realtà giovani e innovative. Questo spazio offre visibilità agli artisti emergenti e alle gallerie che promuovono i linguaggi più sperimentali. Infine, la sezione Portal unisce dieci gallerie che stabiliscono un ponte tra linguaggi, geografie ed epoche diverse.

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In foto

1. MIART 2025, vista dall'alto

2. Miart 2025

3. Aronne Pleuteri, Galleria ArtNoble

4. dettaglio di thebackstudio, stand di MATTA

L’esposizione e il nostro percorso

All’ingresso della fiera è posta la sezione Emergent dove scoprire i giovani talenti dell’arte contemporanea. Tra questi si segnala ArtNoble, con un progetto espositivo personale di Aronne Pleuteri in cui la pittura si distacca da un impulso evasivo, aprendo delle finestre su stormi espressivi, in cui il segno del colore del verbo si fondono. Continuando il percorso, si incontra lo stand di MATTA, tra le realtà espositive più recenti e promettenti del panorama milanese, presenta il duo artistico thebackstudio con sculture che sfidano il concetto di funzione, assemblaggi di costruzioni industriali, vetro soffiato e uso di luci led. A fianco, le suggestioni cinematografiche dei light box di Eva Gold e dei dipinti di Tasneem Sarkez presso Rose Easton di Londra e il lavoro di Eliska Konecna nello stand di Eastcontemporary con opere di bassorilievi su tessuto che riflettono sulla relazione tra dimensione fisica e spiritualità.

Si entra poi nella sezione Established nel corridoio A, in cui si raggiunge subito lo stand di Raffella Cortese con un lavoro neon di grandi dimensioni di Yael Bartana e alcune opere di Martha Rosler dalla celebre serie di fotomontaggi House Beautiful: Bringing the War Home originariamente creata come denuncia alla guerra del Vietnam alla fine degli anni ’60, che l’artista ha continuato ad alimentare con le guerre in Afghanistan e in Iraq. A seguire, lo stand di Cardi con un progetto espositivo di Ugo Rondinone, tra gli artisti di maggior successo della sua generazione e presente con una mostra anche alla GAM di Milano. Nello stand l’artista presenta sculturee di maschere in pietra, suo materiale prediletto, dalle forme arcaiche e dense metafore simboliche che affrontano il tema della notte.

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1. Yael Bartana, UTOPIA NOW!, 2024

2. Stand Raffaella Cortese

3. Installation View foyer Robert Rauschenberg

A metà del corridoio A ci si può soffermare sulla mostra di Robert Rauschenberg organizzata grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo. Al pittore è dedicata la fiera a cento anni dalla sua nascita, utilizzando il titolo among friends, preso in prestito dall’ultima retrospettiva a lui dedicata.

Continuando si sconfina nel moderno, con le opere della Galleria Tornabuoni tra cui Lucio Fontana e Giorgio De Chirico, per poi arrivare agli artisti di Forma 1 nello stand di Secci. Un progetto che parla di uno dei momenti storici più significativi per l’arte, riunita attorno a Piazza del Popolo a Roma, con artisti che lavoravano su un’estetica unica a favore di una dimensione universale. Protagonista dello stand una scultura monumentale di Pietro Consagra artista che ha consolidato una posizione centrale nella ridefinizione della scultura contemporanea.

Proseguendo verso il corridoio B, incontriamo Dep Art che espone Wolfram Ullrich con le sue sceniche modulazioni geometriche-prospettiche in acciaio. Kaufmann Repetto con un group show in cui si stagliano i lavori di Atelier dell’Errore, laboratorio di Arti Visive nato nel centro di neuropsichiatria infantile, dove lo sbaglio assume valore creativo. La galleria Zero che presenta un allestimento minimale in cui ci sono opere di Carlo e Fabio Ingrassia dal lavoro meticoloso, in cui il soggetto viene irradiato da una luce che ne avvolge la riconoscibilità, caricando la composizione di grande atmosfera.

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1. Installation view Miart 2025

2. Goldschmied & Chiari, stand Galleria Poggiali

3. Stand di Tornabuoni, con opere di Giorgio De Chirico e Lucio Fontana

4. Nan Goldin, Suzanne in yellow hotel room, 1981, Cibachrome print, 76x102cm, Courtesy Galleria Giampaolo Abbondio

Nello stesso passaggio Chertlüdde di Berlino presenta uno stand con artisti provenienti da continenti diversi, offrendo una piattaforma di dialogo internazionale. A seguire, la Galleria Poggiali con una selezione di lavori tra cui le più coinvolgenti per i visitatori sono le opere di Goldschmied & Chiari con superfici specchianti dall’immaginario trasformativo, alchemico e ricco di pigmenti colorati.

Seguono, Sara Zanin con alcune opere di Alfredo Pirri in cui le tracce delle atmosfere avvolgenti e surreali che l’artista crea in grandi ambienti, rimangono impresse in ogni singola opera; le tele di Thomas Berra dai toni vegetali e le atmosfere sospese da UNA Galleria; e il progetto di Ribot che presenta delle opere multiformi, in cui il segno e il gesto sono protagonisti della creazione con una componente di opere tra le più interessanti, per la giustapposizione di verbo e visuale. Infine, Wizard Lab in cui l’artista Sara Ciracì presenta un’opera simile a una scultura dell’antica grecia, creando un manufatto di un universo visionario.

Nel corridoio C la Galleria Alessandro Albanese organizza un’installazione di grande impatto che mette in dialogo le sculture del maestro Antonio Paradiso insieme alla giovane Leilei Wu, un’opposizione tra il primo che predilige il soggetto spirituale degli uccelli che si librano nell’aria e la seconda che realizza sculture ibride, sintetiche con stampa tridimensionale, dalle atmosfere fantascientifiche. Di fronte le opere di Amparo Sard, nello stand della Galleria Verrengia, esprimono una riflessione sull’identità contemporanea e i confini del femminile con una trama intricata e ricca di fascinazione.

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1. Ugo Rondinone, stand Cardi Gallery

2. Marion Baruch, L'Angolo non è una punizione, 2023, stand Viasaterna

3. Ruth Beraha, Dolce o Violenta che sia, courtesy Ncontemporary

4. Antonio Paradiso e Leilei Wu, stand Galleria Alessandro Albanese

Proseguendo si incontrano le gallerie Ncontemporary con opere di Ruth Beraha, vincitrice del Premio della fiera Matteo Visconti Modrone, con sculture che raffigurano uccelli in ceramica nell’atto di attraversare i muri, evocando sia un mondo fantastico sia l’impatto della natura sugli spazi umani, tra fragilità e minaccia. Fotografie di Nan Goldin ospitate dallo stand di Giampaolo Abbondio dall’intensità intima e brutale di una vita ai margini che riflettono sul concetto di identità. Sempre la fotografia è il mezzo utilizzato da Florence Di Benedetto, per la sua esposizione nello stand di Podbielski che offre una riflessione sul potere della cultura materiale degli oggetti.

Tra i dialoghi più poetici lo stand di Viasaterna, con opere di Marion Baruch che esplora il tema dei gradi di vuoto tra trame di scarti tessili e composizioni spaziali, insieme a Guido Guidi che con la sua fotografia guarda allo spazio come entità costituita anche da margini e invisibile.

Nella stessa sezione, si annoverano tra le partecipazioni più interessanti la Galleria Minini con un’istallazione di Flavio Favelli, delle sculture inedite di Ambra Castagnetti e una parete di Jacopo Benassi, in cui la fotografia dialoga con scultura e installazione. Lo stand di Monica De Cardenas in cui i disegni di Alex Katz e Emilio Gola dialogano con una riflessione sulla rappresentazione e il ritratto di Gideon Rubin e le opere fotografiche di Linda Fregni Nagler. Infine, gli interni di Giuseppe Stampone da Prometeo riportano frasi di statement sociali, come “The Future is always political”.

Nella sezione Portal si segnalano le opere di Michael Bauer della galleria Federica Schiavo, lavori pittorici che costruiscono forme antropomorfe con linee fluide e sporgenze di astrazione. Diverse le fotografie di James Barnor da Apalazzo che documentano il Ghana nella transizione verso l’indipendenza, insieme allo spirito della Londra degli anni ’60 e la moda afro-occidentale.

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1. Jacopo Benassi, stand Francesca Minini

2. Stand di Apalazzo Gallery

3. Forma 1, stand Cardi Gallery

Una fiera in cui ogni stand racconta una storia da approfondire con curiosità

Miart 2025 si conferma un appuntamento fondamentale per l’arte, capace di offrire un’esperienza espositiva di livello, valorizzando la tradizione, la storia dell’arte e le nuove tendenze a livello internazionale e di avanguardia. La fiera si propone come un viaggio tra epoche e visioni, un crocevia in cui l’arte si fa dialogo e scoperta.
Tra capolavori del passato e sperimentazioni audaci, ogni stand racconta una storia, ogni opera invita a guardare oltre. Questa redazione vi invita alla curiosità, a perdervi tra i corridoi dove i linguaggi si intrecciano e le idee prendono forma.